Iniziazione Reiki spiegata
Iniziazione Reiki spiegata
Da sempre sono sono alla ricerca dell’autentico significato dell’iniziazione nel sistema Reiki. Sappiamo che l’iniziazione (Reiju in giapponese), è il fulcro del sistema Reiki, ovvero il procedimento essenziale, per poter praticare il metodo.
Iniziazione Reiki L’iniziazione è probabilmente il più grande mistero della pratica Reiki. Confrontando Il Reiki con altre pratiche come per esempio lo yoga, notiamo che esso non è basato sull’acquisizione di particolari abilità fisiche ma sullo sviluppo e potenziamentto delle “abilità psichiche e spirituali”. Per poter praticare Reiki bisogna ricevere l’iniziazione fulcro e cuore pulsante dell’intero sistema. Infatti senza Iniziazione non c’è pratica Reiki. La parola iniziazione nel Reiki è stata introdotta da Hawayo Takata che usava tale termine per identificare il rituale. Dopo la sua morte intorno al 1980, un altro termine compare nel vocabolario dei praticanti reiki, infatti iniziò a diffondersi il termine armonizzazione. Questo termine è attualmente molto più usato mentre la parola iniziazione è stata messa da parte. Il perché è dovuto al fatto che la parola iniziazione evocava sette iniziatiche e pensieri esoterici. In se però la parola iniziazione è consono poichè indica semplicemente l’inizio di una azione nuova. Hoepli il dizionario online la descrive cosi ” [i-ni-zia-zió-ne] s.f. (pl. -ni) 1 non com. L’iniziare, il dare inizio” Questo termine fu utilizzato per la prima volta dall’antropologo belga Arnold van Gennep, che individuò tre stadi cruciali in ogni rito di iniziazione: la separazione, o abbandono dello stato precedente; l’emarginazione, o “liminalità”, periodo di transizione contrassegnato da discriminazione rituale; l’aggregazione, o riammissione nella società in una nuova condizione. Nel caso del reiki esso assume questo significato; Complesso di procedure e cerimonie rituali attraverso le quali si ammette qualcuno a far parte di un gruppo o lignaggio. In altre parole il Master, attraverso il rito di iniziazione, ammette il neo studente nel lignaggio che ci collega al fondatore Mikao Usui. Il lignaggio nelle culture orientali ha un valore culturale importante.
La parola lignaggio deriva dal francese antico lignage derivato a sua volta dal latino linea nel senso di “linea di discendenza” che nel caso del reiki diventa una linea di discendenza legata all’insegnamento trasmesso da Sensei Mikao Usui a sui studenti che a loro volta lo hanno trasmesso ai loro studenti e cosi via arrivando a nostri tempi. L’iniziazione è sempre legata a dei riti e dei simboli. Il RITO traccia una Forma di comportamento ripetitivo che consiste in una sequenza di atti, formule linguistiche, rappresentazioni visive oppure oggettuali, utilizzate in quanto simboli. I riti dunque fanno uso di simboli. Ma cos’è un simbolo? E’ un oggetto, una persona, un evento o un segno al quale è stato attribuito un significato condiviso e che ha la particolarità di rappresentare qualcosa di diverso da sé. I simboli sono sempre legati alla cultura da cui provengono e vanno dunque interpretati secondo tale cultura.
Essi possono rappresentare
• DEPOSITO DI REGOLE SOCIALI
• STRUMENTO DI COMUNICAZIONE SOCIALE
- DISPOSITIVO CONCETTUALE (nel caso del Reiki)
Ogni rito è collegato ad un insieme di credenze, giudizi od opinioni sul mondo. Attraverso esso vengono espressi l’ordine cosmologico di una cultura e i principi che regolano le relazioni all’interno di questa. Nel reiki tale ordine e relazione è costituito dai 3 livelli di apprendimento. Il rito inoltre assolve la funzione di rafforzare la società (comunità Reiki), i suoi valori (gli insegnamenti) e la sua struttura (gerarchia). I riti possono essere • Ri-creativi (servono per ricordare da dove veniamo e verso dove siamo diretti) • Operativi (vengono fatti con uno scopo di promuovere l’avanzamento dello studente)
Alcune categorie di riti
Riti individuali privati
Riti collettivi
Riti calendariali
Riti di inversione
Riti di introduzione (nel Reiki nel primo livello)
Riti di passaggio (nel Reiki nei livelli successi al primo)
Il Rito di introduzione corrisponde ad azioni rituali messe in atto quando si entra in un territorio altrui,o si varca la soglia della propria o dell’altrui abitazione, o si entra in uno spazio che ha valenze simboliche particolari (nel caso del Reiki)
Il Rito di passaggio Collega trasformazioni nel ciclo umano della vita a cambiamenti nella posizione sociale all’interno della società, legando gli aspetti fisiologici individuali a cambiamenti di stato sociale. Facilitano i mutamenti di stato senza scosse violente per la società, né bruschi arresti della vita individuale e collettiva L’individuo passa da uno stato a un altro e questo passaggio è sottolineato da un rito; nascita, pubertà, matrimonio, gravidanza, malattia, morte, diploma, laurea nel reiki passaggio da un livello ad un altro da studente a Master. Possiamo dunque affermare che Il rito di passaggio svolge una doppia funzione: Proclama il cambiamento di status Lo provoca con la forza della azione rituale
Struttura dei riti di passaggio
- Separazione – pre – liminari ( primo livello lasciare il vecchio per entrare nel nuovo)
- Margine – liminari (Secondo livello emarginazione necessaria per entrare in connessione con il se)
• Aggregazione – post – liminari (terzo livello passaggio da studente a Maestro dopo tale trasformazione si diventa parte strutturante del sistema Reiki attraverso l’aggregazione alla comunità Maestri). *limen = soglia Il Rito è reso efficace anche attraverso l’ efficacia simbolica Termine utilizzato per denotare gli effetti che i simboli possono avere sul corpo e sui suoi processi biologici. Letto sotto tali termini l’iniziazione ha un sua valenza intrinseca legata intimamente al sistema Reiki che senza di esso si vedrebbe depotenziato. Anche perché il Reiki ha come intento intrinseco la crescita dell’individuo in tutte le sue parti (olismo). Questo può solo avvenire attraverso la pratica assidua del Reiki ecco perché la parola iniziazione è molto più indicata per descrivere l’inizio della pratica che porta alla trasformazione dell’essere. Mentre se parliamo di armonizzazione o sintonizzazione ci porta a vedere il Reiki come una particolare frequenza o energia alla quale bisogna armonizzarsi per poterlo praticare. Secondo questa visione il praticante più che iniziato alla pratica reiki viene messo in sintonia con l’energia. Ma è esattamente l’opposto perché è la pratica Reiki che ci rende idonei ad armonizzarci con le proprie bioenergie (KI) prima e successivamente con le molteplici energie che sostengono l’intero universo (REI). Un po’ do storia
l Reiju (iniziazione), veniva effettuato da Usui come cerimonia o benedizione ogni volta che lo studente passava di livello. Durante gli anni di Tokyo (1922-26), Usui con una piccola cerimonia segnava i progressi dello studente che ne faceva esperienza durante le lezioni di Reiki. Negli anni precedenti al 1922, prima che Usui organizzasse i suoi insegnamenti in forma strutturata, l’iniziazione potrebbe semplicemente essere stata un tipo di benedizione finalizzato al potenziamento delle doti spirituali dell’allievo. Grazie alla potenza energetica di Usui (il Ki), la cerimonia aiutatava gli studenti a potenziare anche il flusso del proprio Ki. Più tardi, nel 1926, gli studenti di Usui hanno elaborato una procedura standard da insegnare in ogni classe di Reiki Ryoho. In Giappone infatti il Reiju viene praticato dal maestro ad ogni fine lezione. Secondo loro ogni successiva iniziazione può aiutare ad aumentare il flusso del Ki dello studente se affiancata alla pratica quotidiana . Alcuni insegnanti invece sono del parere che i Reiju a fine lezione siano superflui e inutili. Ma ancora oggi la società originale giapponese Reiki (Usui Reiki Ryoho Gakkai), passa reiju a tutti gli studenti alla fine delle loro riunioni settimanali o mensili. Conclusioni Conclusioni I miei recenti studi universitari nell’ambito della psicologia mi hanno fornito interessanti informazioni che spiegano e chiariscono molti punti che erano per me oscuri fin a quel momento. Le iniziazioni, i riti e le cerimonie sono patrimonio culturale delle nostre società e vengono praticati quotidianamente in vari ambiti. Mi rendo conto che spiegare cosa avviene durante il rito iniziatico è cosa ardua anche perché il rito stesso è mistico e cercare di demistificarlo sarebbe come privarlo del suo stesso propellente. Mentre l’iniziazione ha una sua valenza mistica e misteriosa la pratica invece è concreta. Dopo tanti anni d’insegnamento e pratica del metodo Reiki, ho acquisito la consapevolezza che spiegare troppo a volte risulta controproducente. Il mio compito principale in qualità di Reiki Master è quello di insegnare ai miei studenti la pratica del reiki, stimolandoli ad eseguire quotidianamente l’auto trattamento e cercando ti far emergere in loro tutti i talenti ed il potenziale non ancora espresso. Il percorso Reiki in fondo serve proprio ad acquisire fiducia in sé stessi e nei propri mezzi, facendo riafforare i talenti e potenzialità dell’anima, affinchè riconoscendoli l’individuo possa avvalersene migliorando la propria qualità della propria vita e se lo desidera, mettendoli a disposizione della comunità, migliorare anche la qualità di vita altrui. Reiki Master Graziano Scarascia